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Articolo scritto da Carlo Rombolà

Martedì 18 novembre, presso il Global Stage del Social Football Summit, svoltosi quest’anno nella pancia dello stadio della Juventus, ha avuto luogo un dibattito sulla geopolitica del calcio, un tema quanto mai interessante e sfaccettato.  

Sul palco, moderati da Giulia Aloisio Rafaiani, si sono alternate le voci di Francesca Petriccione di Vada, Jakub Romaniuk, Valerio Mancini e Carlo Rombolà, professionisti che, a vario titolo, si interessano e lavorano nel mondo delle relazioni internazionali e, naturalmente, del calcio.

Il primo a portare la sua testimonianza è stato Valerio Mancini, autore del libro “Calcio, politica e potere. Il ruolo del calcio nelle relazioni internazionali e nella politica mondiale”, che ha parlato della sua esperienza al Rome City Institute, un istituto che offre a studenti americani programmi di formazione accademica e sviluppo sportivo.

A seguire, il contributo di Jakub Romaniuk, Programme Director presso l’Economic Forum, che ha saputo illustrare dati del business internazionale, forte della sua privilegiata prospettiva dall’Europa orientale, terra di storia e opportunità commerciali. A Francesca Petriccione, il compito di tratteggiare la parabola istituzionale e sportiva dei paesi del Golfo, Arabia Saudita in primis, molto attiva sul fronte calcistico e sportivo in generale, in ossequio a una strategia politica ed economica molto ambiziosa e strutturata.

Rombolà ha avuto il compito di raccontare le dinamiche e il ruolo delle migrazioni, in chiave presente e futura, attraverso la lente di ingrandimento dello sport, ma anche di quella delle relazioni fra popoli e comunità.

Impeccabile, infine, la moderazione di Giulia Aloisio, specializzata in comunicazione e public affairs internazionali, dirigente di Strategic Partners. La conferenza, che ha aperto la due giorni di lavori, è durata poco più di quaranta minuti e si è sviluppata in modo molto naturale, raccogliendo l’interesse del pubblico, che si è trattenuto, subito dopo la conclusione, per porre domande in privato ai relatori.

L’evento si è inserito perfettamente in un contesto quale quello de business calcistico, dove spesso si privilegiano i discorsi tecnici e gli aspetti giornalistici, e che invece, tra le sue pieghe, nasconde un universo in cui popoli, governi e relazioni si danno appuntamento, da sempre, per scrivere la storia attraverso lo sport più amato al mondo.

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In vista della sua partecipazione a SFS 25, abbiamo intervistato Giorgio Polacco, partner e rappresentante di Arce Immigration Law, uno studio legale specializzato nell’assistenza migratoria per professionisti, atleti e staff tecnici che desiderano operare nel mercato statunitense. In questa conversazione, Polacco illustra il ruolo cruciale della "Global Talent Mobility" e come una consulenza migratoria strategica – incentrata in particolare sui visti per abilità straordinaria (O-1/EB-1) – non sia solo una necessità legale, ma un vero e proprio fattore di crescita,