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La Football Industry italiana vista a raggi x: le parole di Furlani, Valentini e Amati

Giorgio Furlani SFS

In queste interviste, realizzate da Fortune Italia, è stata analizzata la situazione del calcio italiano dal punto di vista industriale, offrendo una panoramica completa

Giorgio Furlani, ceo del Milan, Gianfilippo Valentini, fondatore di Go Project, nonché ideatore del “Social Football Summit” e Antonio Amati, direttore generale divisione IT Almaviva, hanno analizzato lo stato di salute della football industry italiana, analizzandone criticità e opportunità di sviluppo. Ognuna di queste tre voci ha offerto una chiave di lettura differente. Dall’annosa questione legata alle infrastrutture fino alla pirateria, passando per la comunicazione social.

(Interviste realizzate da “Fortune Italia”, complete sul numero di Febbraio 2024 n.1 anno 7)

Giorgio Furlani

Il dirigente rossonero ha posto l’attenzione sul rapporto tra il calcio e le istituzioni italiane, oltre alla situazione del Milan, che punta, sempre di più a diventare un esempio virtuoso nel panorama nazionale e internazionale.

Come si fa a rendere attrattivo per calciatori e investitori un campionato che sembra non aver più appeal ed è sepolto sotto una montagna di debiti?

“Bisogna lavorare tanto e farlo tutti assieme.

Il calcio è uno strumento straordinario per attrarre capitali e per partecipare alla crescita del Pil del Paese.

Abbiamo problemi di sistema, tra cui le infrastrutture sportive che sono imbarazzanti, per usare un eufemismo. Abbiamo problemi seri di pirateria dello spettacolo sportivo. Abbiamo problemi con una serie di regole e leggi che non ci aiutano a essere competitivi a livello europeo. Per capirci: se vogliamo incorporare questa grande fetta di economia all’interno del sistema Paese dobbiamo collaborare sinergicamente”.

Ci sono molti imprenditori stranieri che vogliono investire nel calcio italiano?

“Certo, ma bisogna abbandonare l’idea che il calcio sia un gioco e nient’altro. Il calcio è un’industria. Parliamo di società che hanno centinaia di milioni di fatturato e che possono portare centinaia di milioni di investimenti nel nostro Paese.”

Com’è successo col Milan?

“Dopo anni difficili, il risanamento e il rilancio di questo club che rappresenta la storia del calcio italiano nel mondo, è stato reso possibile dal Fondo Elliott che ha evitato il disastro del fallimento”.

“Oggi, invece, viviamo una fase di accelerazione e crescita. Siamo in un nuovo importante capitolo di evoluzione del club, sostenuto dalla visione strategica di Gerry Cardinale, le competenze ed esperienza di RedBird nello sport business, nei media, nella capacità di sviluppare brand globali e di creare sinergie virtuose”.

“Abbiamo avviato un percorso di crescita fondamentale per colmare il gap con le grandi squadre in Europa, soprattutto quelle in Premier League, che possono contare su ricavi importanti”.

Gianfilippo Valentini

Il fondatore di Go Project, società di comunicazione e sviluppo software, ideatore del Social Football Summit ed esperto di comunicazione digitale e sportiva, si è voluto soffermare sulla crescita della comunicazione social e sulle possibilità che le nuove tecnologie sono in grado di offrire al calcio. Ha inoltre parlato degli stadi come mezzo per il turismo calcistico.

Gianfilippo Valentini SFS

Gli stadi dei grandi club internazionali sono diventati meta turistica per molti appassionati, c’è un futuro per questo ‘turismo’ che è sempre meno di nicchia? E lo si può immaginare in Italia dove però gli stadi più importanti sono vetusti e spesso di proprietà pubblica?

“Questo è un punto molto interessante riguardo al turismo calcistico e all’esperienza che i tifosi cercano di vivere durante le partite. Integrare la passione per il calcio con l’esplorazione di nuove culture e destinazioni è diventato un elemento chiave per molti appassionati.

Tuttavia le infrastrutture degli stadi italiani spesso non rispondono alle esigenze dei tifosi.

L’esperienza di un appassionato non è solo legata all’aspetto sportivo della partita, ma anche alla possibilità di condividere emozioni e interagire con altri sostenitori.

Rinnovare e migliorare le infrastrutture degli stadi potrebbe anche incrementare l’attrattiva del calcio italiano per i visitatori internazionali.

L’esempio della Supercoppa italiana a Riyadh dimostra come la Lega Serie A stia cercando di espandere e innovare le proprie operazioni, con opportunità al di fuori del territorio nazionale. Questo può portare a nuovi modi di coinvolgere i tifosi globali creando esperienze uniche.

Il turismo calcistico può quindi essere un motore significativo per l’economia, e migliorare le infrastrutture degli stadi è un passo chiave per garantire che l’Italia resti un’attrazione per i tifosi di tutto il mondo.

L’innovazione nel settore, sia a livello di infrastrutture che di operazioni, può contribuire a consolidare la posizione del calcio italiano nel contesto internazionale”.

Lei è il fondatore di Go Project, società che per prima ha saputo declinare il tema dei social nell’ambito dello sport e del calcio, con un algoritmo che assegna un valore agli account social delle squadre di calcio. In cosa si può ancora innovare quando si parla di valore dell’immagine per calciatori e società sportive?

“Il settore dei social media è in continua evoluzione, con rapidi cambiamenti di paradigma. Utilizzare calciatori e squadre come ‘digital hub’ per raggiungere i fan è un approccio strategico e sensibile alle nuove tendenze.

L’espansione del calcio su scala globale – resa possibile dalla tecnologia che ha superato le barriere geografiche – apre opportunità senza precedenti per il coinvolgimento di un pubblico sempre più internazionale.

Le squadre sono affiancate da strutture che operano nel settore digitale e della comunicazione, e al contempo i calciatori stessi vengono supportati da social media manager dedicati, e questo ha contribuito a un loro efficace posizionamento nel panorama online.

Antonio Amati

Il direttore generale IT di Almaviva si è focalizzato principalmente sulle opportunità che le tecnologie digitali possono offrire al mondo del pallone in chiave futura, senza perdere di vista il problema della pirateria.

Antonio Amati SFS23

Ha quindi illustrato quali sono gli strumenti per combattere questo fenomeno.

La Lega Serie A ha messo a punto Piracy Shield, la piattaforma nazionale che punta a oscurare in automatico i siti di streaming illegali. Ci spiega il funzionamento di questa tecnologia? 

“Da quanto riportato dai canali ufficiali, la piattaforma, che per ora opera esclusivamente a livello nazionale, riceve le segnalazioni di siti e risorse internet che stanno trasmettendo contenuti senza autorizzazione”.

Crede che sarà uno strumento efficace?

“Piracy Shield rappresenta un passo significativo nella lotta allo streaming illegale in Italia.

Servono però misure complementari che estendano l’efficacia delle operazioni di irraggiungibilità anche oltre il perimetro nazionale, sia con accordi specifici tra le autorità competenti di altre nazioni, sia con servizi d’intelligence e strumenti tecnologici avanzati che garantiscano l’inibizione dei contenuti trasmessi illegalmente”.

“La piattaforma pone le fondamenta per un futuro ancor più sicuro in termini di protezione dei diritti digitali. Se ne sentiva il bisogno, perché ad oggi gli attuali metodi hanno dimostrato dei limiti”.