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SHOW ME THE MONEY

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Immaginate di dover decidere la vostra strategia di investimento e di dover decidere se e come investire i vostri risparmi. Per una scelta oculata dovreste scegliere di investire tra differenti settori industriali.

Immagino che una vostra corretta strategia di presa di decisione partirebbe dalla raccolta dei dati, quelli che vengono chiamati i “fondamentali”, e da una loro analisi.

Nell’elenco dei settori tra cui dovete scegliere c’è un settore industriale che presenta i seguenti elementi principali:

  • Pesante impatto della pandemia sulle dinamiche di business;
  • Costi complessivi in crescita del 10% rispetto all’esercizio precedente;
  • Ricavi in diminuzione del 3,3% rispetto all’esercizio precedente;
  • Perdita netta oltre il miliardo di € (più che triplicata, rispetto alla situazione pre-COVID)
  • Indebitamento rispetto alla stagione precedente in crescita del 3,5% per un valore totale ai massimi storici
  • Trend storici dell’indebitamento costantemente negativi;
  • Costo del lavoro aumentato di circa l’8%
  • Numero degli operatori del settore in diminuzione del 21% tra 2018-2019 e 2020-2021
  • Assunzioni in diminuzione dello stesso periodo del 29%.
  • Indice di liquidità in progressivo peggioramento.

Vi rifaccio la domanda: voi investireste in questo settore?

Questi sono i numeri di sintesi della Football Industry in Italia così come si evincono dal 12° Rapporto Calcio che la FIGC commissiona alla società PwC. E che potete trovare al seguente link nella versione televisiva.

Questi numeri e tutta l’analisi di dettaglio non riescono a dare una piena spiegazione del perché questo settore goda ancora di investimenti interni, grazie alle azioni di ricapitalizzazione dei soggetti oggi presenti nell’industria del calcio, di investimenti esterni, grazie alle crescenti operazioni di acquisizione da parte di fondi esteri, della crescente attenzione dei grandi operatori tecnologici (OTT) che investono per distribuirne il prodotto.

Perché si continua a investire nel calcio e nella Football Industry italiana? Forse perché dobbiamo iniziare a considerarla appieno una industry (un settore industriale) con logiche gestionali e strumenti manageriali industriali.

Se adottiamo queste metriche e questi approcci, è il modello di business della Football Industry continua a sollevare l’interesse di realtà e operatori esterni ad essa. Soprattutto sapendo e avendo la consapevolezza di poter individuare aree di sviluppo e di diversificazione del modello di business sin ora non esplorate in modo sufficiente.

Una prima prova di queste opportunità si ottiene dal confronto con i competitor internazionali e dalle loro strategie che potrebbero suggerire una politica di “copiazione” delle best practice già verificate.

È vero che le due ultime stagioni sportive sono state pesantemente contrassegnate dalla pandemia ma questa non ha colpito solo l’Italia. Ma per l’Italia non sono preventivabili dinamiche di “rimbalzi” che già si stanno manifestando in altri mercati.

La rigidità dei costi, l’inadeguatezza delle infrastrutture, la mono strategia sui ricavi e molti altri fattori, su cui torneremo, hanno prodotto perdite pari a circa 4,1 miliardi di euro in 12 anni.

Ben vengano le iniziative all’insegna della trasparenza gestionale e delle definizioni di parametri unici di rifermento ma più in profondità la patologia riguarda la capacità di interpretare il modello di business in modo strategico e segmentato sulla base delle potenzialità e degli asset a disposizione di ciascuna Azienda/Squadra.

Solo in questo modo si potrà costruire la corretta sponda per capitalizzare il rinnovato flusso di capitali con risultati economici, patrimoniali e finanziari.

Questo testimonia che la Football Industry in Italia ha riserve di valore e di opportunità di business inesplorate e inespresse

Proprio come avviene in altri settori che hanno fronteggiato l’innovazione delle dinamiche del mercato (tecnologia, prodotti, governance e preferenze dei clienti) che hanno avviato profondi interventi sul posizionamento competitivo, sull’introduzione di tecnologie, sulla catena del valore, sulle strategie commerciali, sull’ampiamento della gamma prodotti e del portafoglio servizi e soprattutto sulle infrastrutture se l’obiettivo è quello di avere un’industria sostenibile economicamente, con un impatto sociale e con un’attenzione ai territori.

Per tutto questo occorre un piano azioni che non escluda nessuna delle parti in causa sia istituzionali sia del settore. Occorre un contributo sinergico tra Governo, FIGC, Leghe e ovviamente i Club.

Ben vengano le rinnovate politiche di sostenibilità economica e finanziaria in coerenza con le misure intraprese dagli organismi Europei ma i punti chiave riguardano lo sviluppo infrastrutturale, gli investimenti per recuperare l’attenzione delle giovani generazioni sia nella pratica sia nell’audience, l’applicazione di tecnologie capaci di ottimizzare i costi e i processi e di innovare l’offerta commerciale del nostro calcio in Italia e all’estero mercato oggi più che mai imprescindibile.

Nei miei interventi sul tema Football Industry ho spesso utilizzato la formula #ilcalciononesolounosport per identificarne la valenza Economico, Sociale sin Politica. Questo è un settore che alimenta e vive di sinergie con almeno altri 12 settori industriali con un’importante ricaduta su erario, educazione e sistema paese. Tutto questo rende quanto mai inopportuna e fuori contesto la frase “sono solo 22 persone che corrono dietro un pallone”.

Proprio per combattere questa visione miope e non adeguata alla realtà esiste il Social Football Summit che dal 2018 affronta e stimola il dibattito sulla Football Industry analizzandone le dinamiche di innovazione del modello di business e di confronto internazionale.

Siamo pronti per la 5° edizione del più importante evento italiano BtoB sull’industria del calcio, che si terrà a Roma il 27 e il 28 Settembre 2022.

Abbiamo messo a disposizione una squadra collaudata e pronta che conta sulla magistrale regia di Gianfilippo Valentini e Massimo Tucci insieme a tutte le persone di Social Media Soccer e il tocco di innovazione e di pensiero non convenzionale di BIP. Un sodalizio che, a differenza di molte situazioni in campo e a bordo campo, perdura e cresce nel tempo.