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INTERVISTA A ALESSANDRO GIACOMINI, CEO DI INFRONT

Ciao Alessandro, benvenuto sul blog del Social Football Summit. 

Oggi vorremmo fare una chiacchierata per comprendere come Infront si è evoluta e con quale vision sta supportando l’industria del calcio, oltre che la sua applicazione in questo mondo.

  1. Lei è arrivato in Infront dal 2015, nel bel mezzo di quella che stavamo imparando a chiamare rivoluzione digitale. Ma già dagli ultimi 10 anni il mondo delle sponsorizzazioni, della pubblicità e del marketing è stato rivoluzionato in alcuni dei suoi principi più duraturi. Cosa ha fatto Infront per affrontare e cavalcare il cambiamento digitale dell’ultima era?

Come Infront abbiamo sempre lavorato, sia a livello italiano, sia a livello internazionale, sulla messa a punto di nuovi format, creando ormai 15 anni fa un centro di eccellenza che si trova proprio in Italia, nei nostri uffici di Milano, per la creazione e realizzazione di nuovi format digitali. Abbiamo servito per anni tutto il gruppo, grazie alla nostra capacità di innovazione e contestualmente abbiamo individuato sempre nuovi format commerciali per stare al passo o addirittura anticipare i tempi. A livello di gruppo abbiamo dato vita più recentemente a un nuovo centro di eccellenza – Infront Lab – che utilizza la miglior tecnologia disponibile sul mercato per creare nuovi prodotti che avvicinino i nostri clienti ai fan.

  • Nel bel mezzo della rivoluzione appena citata ci siamo trovati a fronteggiare la crisi dovuta alla pandemia e il lockdown anche dal punto di vista sportivo e commerciale. Come è stato affrontato quel periodo e qual è lo stato di salute attuale del panorama degli investimenti e dell’advertising nel calcio italiano?

La pandemia ha completamente cambiato gli equilibri, anche nel mondo dello sport. Le aziende avevano necessità di ponderare maggiormente i loro investimenti e trovare veicoli di comunicazione efficaci e non dispersivi. Mancando del tutto le attivazioni e il contatto diretto con il pubblico si è puntato molto sul digitale, che anche oggi rappresenta un elemento fondamentale e imprescindibile di qualsiasi campagna di comunicazione. Se prima gli investimenti erano legati parzialmente alla performance, perché si dava molto risalto anche all’aspetto di awarness e reputation, ora i numeri e i ritorni – soprattutto nel digitale – la fanno da padrone.

  • Come riassumerebbe il contributo che Infront ha apportato al mondo dello sport, dei suoi partner e allo sviluppo commerciale di tutto il movimento?

Infront vanta un’esperienza straordinaria nel mondo dello sport, non solo perché si occupa di tutta la filiera della produzione di un evento sportivo (dall’ideazione, alla gestione, alla produzione multimediale, all’intermediazione dei diritti, alle sponsorizzazioni e via dicendo), ma anche perché ha avuto nel corso degli anni la capacità di gestire manifestazioni di portata mondiale in praticamente ogni disciplina sportiva. Ritengo che il nostro contributo al mondo dello sport sia stato cruciale, sia da un punto di vista di innovazione dei format sportivi, di vendita dei diritti media, di produzione audiovisiva, ma anche dal punto di vista economico, creando valore sia per i detentori dei diritti, sia per i partner commerciali che abbiamo coinvolto.

  • Da quali motivazioni e obiettivi nasce il progetto dell’Academy?

É insito nel DNA di una realtà come la nostra azienda, leader di mercato a livello internazionale, promuovere progetti di valore di cui possa beneficiare tutta la industry e che porti giovani talenti nel nostro settore. Per questo abbiamo voluto inaugurare il progetto come un partner tecnologico come AKTO Play Your Future, in grado di offrire un percorso di immediata fruizione per la fan base dei nostri partner. Sono convinto che l’Infront Sport Business Academy rappresenti una grandissima opportunità per tutti coloro che amano lo sport per scoprire se una carriera nello sport business sia davvero di loro interesse, attraverso una formazione di assoluta qualità ed esperienze professionalizzanti, fornite da alcune delle migliori realtà sportive italiane

  • A tal proposito, quali sono le caratteristiche che un professionista della Football Industry deve avere per intraprendere le sfide professionali del futuro?

Nel corso degli ultimi vent’anni il nostro modo di lavorare nel mondo del calcio è profondamente cambiato, grazie alle innovazioni, alla globalizzazione e a una maggior professionalizzazione. Credo che sia indispensabile per qualsiasi professionista di oggi essere attento, curioso, digitale, moderno. Non bisogna replicare vecchi schemi, ma mutuare dal mondo dell’entertainment alcune logiche che hanno portato lo sport americano, per esempio, a eccellere e a raggiungere risultati economici sorprendenti. Non basta guardare all’Italia, ma bisogna sempre considerare la globalità del nostro mercato, dove non esistono più confini, ma parliamo di industria internazionale.

Da Come tutti i professionisti del mondo dello sport, chi vuole cimentarsi nel percorso professionale del mondo del calcio deve avere la principale caratteristica della capacità di innovare.

  • Com’è nata l’idea di iniziare il progetto con Udinese, Lega Basket Serie A e Lega B?

Abbiamo deciso di proporre ad alcuni dei nostri partner questa iniziativa, puntando su coloro che hanno un pubblico di riferimento trasversale e localizzato in tutta la penisola. Lega Basket Serie A e Lega B organizzano un campionato in cui, accanto alle grandi piazze, troviamo anche le piccole cittadine di provincia, così da andare a dialogare con tutto il tessuto sociale italiano. Udinese Calcio è invece un nostro partner che storicamente è attento all’innovazione e ai progetti valoriali e che ha immediatamente accolto la nostra proposta con entusiasmo.