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Il modello Bundesliga riempie gli stadi e le storie dei tifosi

Il secondo panel del Day 2 Football Stage è legato all’identità tedesca che ha come centro il 50+1 che ha visto come protagonisti Alexander Mühle Director Marketing & Digitalisation Borussia Dortmund, Bernd Fisa – Founder Fisa Consultancy e Philipp Reschke – Board Member Eintracht Frankfurt Football AG.

Per comprendere la dimensione del fenomeno Bundesliga basta osservare i dati: club come il Bayern Monaco superano i 300000 membri iscritti, non solo il panzer tedesco ha numeri da capogiro, ma anche Borussia Dortmund (230.000) o Eintracht Frankfurt (155000), cifre che testimoniano un senso di appartenenza enorme e difficilmente replicabile in altri Paesi. Il pubblico non riempie gli stadi per caso: lo fa perché il calcio è vissuto come esperienza . Non solo intrattenimento, ma identità, vita quotidiana.

Da una parte c’è il calcio-spettacolo, costruito su partite-evento, luci, show e produzione televisiva. Dall’altra, il modello tedesco: partite che non sono solo contenuto, ma espressione di un territorio e di una cultura nazionale. Borussia Dortmund ne è l’esempio perfetto: l’obiettivo non è soltanto intrattenere, ma rafforzare una identità regionale, alimentare il desiderio dei tifosi di essere presenti e partecipi.

Come sottolineato da Reschke, l’atmosfera non è un accessorio, è “una parte in più”, l’elemento che rende la Bundesliga unica a livello globale. Gli stadi tedeschi garantiscono tre vantaggi strutturali: prezzi accessibili, impianti moderni e spesso rinnovati, partecipazione popolare organizzata, stadi pieni, un’energia contagiosa e una percezione internazionale di campionato autentico, caldo, coinvolgente.

Eppure non è sempre stato così: circa trent’anni fa lo stesso Eintracht lottava per la vittoria del Meisterschale ma lo stadio era spesso mezzo vuoto. La svolta si è verificata nel post-2006, dopo il Mondiale tedesco: rinnovamento degli stadi, nuovo entusiasmo culturale, crescita del prodotto Bundesliga. Da allora, la presenza di pubblico è diventata una costante.

Negli anni ’70 e ’80 il Eintracht Francoforte visse un periodo da club di vertice, mentre negli anni ’90 e 2000 scivolò verso una fascia di metà classifica. Nel 2018 conquistò la DFB‑Pokal 2018 (Coppa di Germania). Nel 2022 vinse la UEFA Europa League 2021‑22. 

Il percorso della digitalizzazione non è stato semplice, quando l’Eintracht introdusse la digitalizzazione dei biglietti e nuove app, i tifosi non erano entusiasti, anzi. Oggi però la gestione dei flussi, dell’accesso e dei dati è molto più semplice, migliora l’esperienza del tifoso, comunicare con trasparenza (“perché raccogliamo questi dati?”),

La risposta del Borussia è chiara: Signal Iduna Park luogo dove sorge il mastodontico Muro Giallo, diventato un simbolo. Prezzi equi: abbonamenti a 250 euro. L’atmosfera non viene costruita dal marketing, ma dai supporter stessi, mentre le iniziative commerciali restano minime. Più che un prodotto, il Borussia è un ecosistema.

La regola del 50+1 è un principio fondamentale del calcio tedesco che stabilisce chi deve controllare un club. Il 50% delle quote + almeno 1 quota deve essere detenuto dai soci del club (cioè dai tifosi o comunque dalla “associazione sportiva” originaria). In questo modo i tifosi mantengono sempre la maggioranza del potere decisionale.

Il punto centrale è questo: gli investitori possono mettere soldi, ma non possono avere il controllo totale. La regola limita i grandi capitali e impone un forte legame con i tifosi. Non è un ostacolo, ma un elemento narrativo.

Ed è qui che il Borussia ha realizzato uno spot potentissimo rivolto al mercato americano: la competizione è quindi internazionale, si compete contro Real, Barcellona, PSG, le vittorie europee sono difficili da raggiungere per questo le narrative esportano valori com’è l’accettazione della sconfitta, unità, legami.

In Germania il calcio non è un prodotto da vendere: è un’esperienza di vita. È riconoscibilità, comunità, energia, radic, è tradizione che cammina insieme all’innovazione. Questo equilibrio, fragilissimo ma potentissimo, è la chiave del modello Bundesliga. Un modello che non punta solo a riempire stadi, ma a riempire storie.