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Author: Redazione SFS

Durante l’SFS 25, il panel dedicato a Sostenibilità, Sviluppo del Talento e Infrastrutture ha svelato le dinamiche economiche e strutturali della Serie BKT, evidenziando criticità ma anche opportunità uniche. L’intervento di Paolo Bedin, Presidente della Lega Serie BKT, intervistato da Andrea Sartori Ceo di Football Benchmark e consigliere indipendente di Lega B, ha fornito una panoramica lucida sulla necessità di un cambio di passo strategico per il sistema calcio e la seconda divisione italiana.

La sfida finanziaria: il dato economico

Bedin ha aperto il dibattito ponendo l’accento sulle differenze economiche che condizionano la Serie BKT rispetto ai competitor europei. Leghe come la Bundesliga 2 (Germania) e la Championship (Inghilterra) mostrano un significativo upgrade nei ricavi operativi, in un percorso che negli anni le qualifica prime in Europa  grazie ad una struttura dei ricavi complessivamente più solida.

Questa performance economica sfavorevole della Lega B, rispetto ai competitor europei, deriva in gran parte dalla mancanza di adeguati e comparabili principi di mutualità interna e da dinamiche sui diritti audiovisivi che riflettono la drastica contrazione causata della polarizzazione dei ricavi verso le grandi competizioni mondiali e europee. A cui si aggiunge un deficit cronico di infrastrutture che è divenuto ormai uno svantaggio competitivo. Bedin ha avvertito quanto l’attuale situazione di crisi ponga due rischi sinergici: l’insostenibilità dei deficit economico-finanziari da un lato e una sorta di barriera all’ingresso di nuove proprietà ed investitori, che garantiscano quel necessario turnover negli anni.

I gap di fatturato che caratterizzano le tre divisioni in Italia (Serie A, B e C), metaforicamente rappresentabili più come un precipizio piuttosto che uno scalino, portano alla necessità di intervenire anche sulla struttura dei costi, in primis quelli dei calciatori, che vanno coinvolti maggiormente nel rischio imprenditoriale del club, permettendo alle società di avere una sorta di cuscinetto in caso di retrocessione da una categoria all’altra.

I club, definiti come portatori pro tempore del patrimonio della comunità necessitano di una continuità aziendale. E oltre alla storia, al legame con il territorio e al brand, l’unica via per renderli appealing a investitori è la sostenibilità economico-finanziaria. Che si scontra anche con la specificità del settore e l’elevato turnover di squadre (7 su 20 ogni anno), che ostacolano le politiche a medio-lungo termine e l’adeguamento ai nuovi standard normativi. 

Talento domestico: le barriere e il player trading

L’analisi sul Player Trading e sulla gestione dei talenti ha rivelato alcuni squilibri. Nonostante la Serie BKT sia tra le prime due leghe europee per spesa nel calciomercato (dopo la Championship), il ricavo è decisamente inferiore, fermandosi a 5,3 milioni di euro contro i 23,8 milioni della Championship. Inoltre solo il 6% dei calciatori della Serie BKT viene venduto a squadre di Serie A, una percentuale sempre più bassa rispetto ai precedenti decenni.

Le cause non sono certo riconducibili al livello qualitativo e tecnico/tattico dei nostri giovani, che è alto come i successi delle nazionali giovanili FIGC dimostrano regolarmente, nonchè la percentuale di convocati Under 21 e Under 20 provenienti dalla Serie BKT che è superiore al 50%. 

I motivi sono riconducibili a un mix di fattori: esterofilia cronica da un lato, che porta all’acquisto di giocatori stranieri che generano appeal verso i tifosi, incremento dell’utilizzo di algoritmi che monitorano tutti i campionati globali e non ultimo il sistema di gestione dei trasferimenti domestici attraverso la cosiddetta “stanza di compensazione”, che impone rigidi obblighi di garanzie finanziarie rispetto ai transfer internazionali.

Le soluzioni sono l’incremento del dialogo e la ricerca di nuove forme di collaborazione e di trasfert tra i club domestici per alzare i flussi di giocatori interni, nonchè il rafforzamento dei meccanismi premiali, già di per sè molto strutturati in B, verso i giovani. Tenendo presente che quasi il 60% delle risorse della Lega viene già redistribuito in base ai minuti giocati dagli under, premiando i club che li impiegano. 

Leve di sviluppo: infrastrutture e dati

Il panel ha identificato chiaramente due leve strategiche per consolidare gli asset positivi e invertire il trend di quelli negativi: infrastrutture e diritti televisivi/digitali. Per le infrastrutture, la riqualificazione è necessaria per mantenere e rafforzare la fruizione degli eventi live da parte dei tifosi da un lato e patrimonializzare e generare nuovi fonti di ricavo dall’altro. Il problema risiede nel fatto che l’investimento per la costruzione di un nuovo stadio è spesso un multiplo dell’investimento per la gestione del club, richiedendo uno sforzo economico ed un investimento che necessita di aiuto esterno per uniformare gli iter burocratici, accessi al credito e forme di sostegno finanziario e fare dell’infrastruttura una priorità centrale.

Per quanto riguarda i diritti televisivi, Bedin ha sottolineato la necessità di una trasformazione dell’offerta che abbracci le nuove piattaforme OTT e i grandi gruppi digitali. L’obiettivo non è focalizzarsi su voci ormai sature o in decremento, come quelle delle piattaforme classiche, ma puntare a nuovi format di contenuti e al valore incrementale dei dati del campionato, delle partite e delle data room, una sfida che Lega e club devono affrontare a livello associativo.

L’identità territoriale come asset inimitabile

Nonostante le sfide di cui sopra, la Serie BKT presenta punti di forza unici su cui costruire il proprio futuro. Il campionato è quello in Europa con la minor differenza punti tra le squadre, sintomo di un equilibrio tecnico straordinario. Stanno crescendo le presenze allo stadio (120.000 abbonati e oltre 10.000 spettatori a partita) così come la fanbase digitale, con 8.2 milioni di followers aggregati: un dato – quello online – in continua crescita ed evoluzione, dimostrazione tangibile delle opportunità del settore.

Il vero punto di forza è il senso di appartenenza e l’identità territoriale che il tifoso sente profondamente verso la squadra della propria città, un legame che “sottolinea la fidelizzazione del tifoso a prescindere dai risultati della propria squadra”. In un settore, quello dell’entertaiment, in continua crescita, dove l’offerta di sport e spettacolo è molto ampia, l’aumento degli spettatori ci ritorna un dato estremamente positivo e molto significativo.

In conclusione, la discussione si è spostata sul tema delle proprietà. Se da un lato l’arrivo di sempre più proprietà straniere è un fattore importante che assicura nuovi investimenti ma necessita anche di essere analizzato e gestito, dall’altro vi è la necessità di riconquistare e coinvolgere le proprietà italiane, motivando i grandi imprenditori italiani legati al territorio e portatori di interesse ad investire sulle nostre società.

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