a
Don’t _miss

Wire Festival

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Nullam blandit hendrerit faucibus turpis dui.

<We_can_help/>

What are you looking for?

Image Alt

SFS

Stefano Maneri, ESGeo: “Il calcio italiano insegue, ma la sostenibilità può essere la leva che fa vincere il campionato!”

In vista di SFS 25, abbiamo intervistato Stefano Maneri, Senior Advisor ESG di ESGEO (Gruppo Avvale), player chiave nella consulenza e nella digital governance della sostenibilità. In questa intervista esclusiva, Maneri chiarisce come l’approccio ESG debba superare la logica del mero “vincolo” per diventare un motore di business e innovazione per le società sportive. Si analizzano le sfide del calcio italiano, il gap normativo e culturale rispetto a leghe come la Premier, e l’importanza strategica di avere una piattaforma digitale per la gestione dei dati che siano rappresentativi, tracciabili, e auditabili ed evitando fenomeni come greenwashing e social washing.

L’invito è quello di scoprire la metodologia ESGeo per guidare i club nel loro sustainability journey, integrando tutte le attività già esistenti nel Club (ad esempio quelle relativi ai temi sociali/charity) per sviluppare un approccio sistemico dei temi ESG che possano essere strettamente legati sia alle attività “core” del Club sia a quelle riferite all’intera catena del valore.

Cosa è ESGEO, cosa rappresenta e in quale mercato di riferimento opera?

“ESGeo nasce nel 2019 come startup focalizzata sullo sviluppo di piattaforme digitali per la gestione dei dati e delle informazioni di sostenibilità. Oggi ESGeo, con un team di più di 50 professionisti,  fa parte del Gruppo Avvale, un importante player internazionale nel settore della IT system integration, e alle proprie evolutive della piattaforma digitale ESG, ha affiancato le attività di advisory aiutando i clienti, in particolare del settore calcistico, nello sviluppo del loro “Sustainability Journey” integrando i temi ESG nelle strategie e nelle attività di tutti i giorni.

Oggi quindi la nostra offerta è duplice ed integrata: in primis la nostra piattaforma digitale ESG che può essere utilizzata sia stand-alone e/o a supporto ed integrazione delle attività di consulenza per lo sviluppo di un progetto di sostenibilità concreto e affidabile per le squadre di calcio. Abbiamo clienti tra i club di Serie A ma anche società fornitori di servizi per gli stadi. È importante sottolineare che le nostre competenze sono multi-settoriali avendo oltre 150 clienti in molteplici settori merceologici, oltre il settore sportivo”.

Il Manifesto SFS 25 evidenzia come la sostenibilità nel calcio tocchi vari aspetti. Quali sono i modelli e i paradigmi sportivi virtuosi? Quali politiche, invece, ESGeo contrasta perché potenzialmente dannose?

“Quando parliamo di “sustainability journey”, ci riferiamo alla nostra metodologia proprietaria, che parte dall’analisi delle attività del club per poi considerare tutta la sua catena del valore (value chain), inclusi fornitori, fan, comunità locali, media, e shareholder. Il nostro obiettivo primario è analizzare i processi aziendali per identificare i temi ESG rilevanti e raccogliere dati credibili e verificabili al fine definire obiettivi ed azioni praticabili e comunicabili con report ESG, anche secondo standard europei ed internazionali.

Lavoriamo per creare una struttura sistemica che partendo dall’azienda possa estendersi oltre i confini del club, utilizzando anche la nostra tecnologia digitale, al fine di coinvolgere in maniera opportuna gli stakeholders interessati e raccogliere dati rilevanti e tracciabili in ambito ESG”.

La sostenibilità è spesso percepita come un vincolo. Qual è la vostra visione? Le politiche europee e della UEFA sono troppo restrittive? E quali sono i principali ostacoli che il nostro Paese deve superare per colmare il gap con l’estero?

“La UEFA sta agendo in modo significativo nell’ingaggio delle federazioni, leghe e club in Europa sui temi di sostenibilità. Ne è un esempio il fatto che da questa stagione 2025-26 tutti i club europei abbiano l’obbligo di rispettare i requisiti di sostenibilità definiti dal UEFA Club Licensing, richiedendo ai club europei sia una funzione dedicata sia lo sviluppo di una strategia e delle politiche ESG per l’ottenimento della licenza.

Tuttavia, c’è una differenza sostanziale tra chi agisce per mero obbligo e chi lo fa per una chiara visione e scopo. Il calcio italiano mostra un ritardo in termini di maturità ESG. Eppure, il calcio ha un impatto sociale maggiore rispetto ad altri settori per la sua visibilità. La Premier League è più avanti, con policy e governance più strutturate. In Italia, il sistema è in divenire e non ha ancora raggiunto né una piena consapevolezza sull’importanza di avere una visione strategica ESG né una convinzione dell’impatto positivo che può generare. Sembra strano ma, tra i club della Serie A, a parte qualche caso, si riscontra un maggiore dinamismo sui temi ed attività di sostenibilità nei club più piccoli rispetto ai grandi. Questo perché la sostenibilità non dipende dalla dimensione o dai ricavi ma dallo scopo, il cosiddetto “purpose” che è il vero motore proattivo della sostenibilità”.

C’è un limite politico oltre che culturale? Spesso, in Italia, siamo restii alla sostenibilità negli stadi anche per problematiche amministrative… insomma, lo stadio privato sembra un miraggio.

La tempistica è essenziale per dare certezza a chi vuole investire. In Italia il processo spesso è complicato, anche per mancanza di fondi. Le strutture italiane sono state richiamate all’azione da Ceferin in vista di EURO 2032 per le scarse condizioni infrastrutturali attuali degli stadi. Dobbiamo agire non per un vincolo, ma per uno scopo. E lo scopo non è solo sociale, ma anche di business, perché la sostenibilità genera un indotto incredibile.

Gli amministratori delegati di oggi si sono spostati dal valore morale al valore aziendale, allineando la sostenibilità con i rischi aziendali fondamentali e le realtà operative come costi, clienti, azioni commerciali e investimenti di capitale. Oggi i CEO integrano la sostenibilità nelle loro presentazioni. Il “CEO silenzioso” parla meno di sostenibilità, ma quando lo fa, la presenta come una leva tangibile del valore aziendale. Se  questo cambio di approccio non lo si comprende, si continuerà a vedere la sostenibilità solo come un mero vincolo e costo”.

La vostra realtà lavora con dati e reportistica integrata, l’attuale “petrolio bianco”. Ci può paralre del presente e futuro dei dati e dell’uso di AI per ricerche data-driven, in linea con il pillar delle nuove tecnologie del nostro manifesto?

“I dati sono fondamentali, ma solo se usati con una strategia chiara. Il dato in sé infatti è insufficiente se non si è in grado di capirlo, valutarlo e comunicarlo efficacemente.

ESGEO offre una piattaforma digitale di governance dei temi ESG utile a gestire strategie, materialità, policy, piani d’azione, e MBO per i dirigenti, andando oltre la mera data collection e reporting. Forniamo dati tracciabili, verificabili e auditabili grazie alla nostra piattaforma certificata da un ente terzo. La complessità di un club richiede strumenti innovativi e tecnologici anche per la gestione ESG, anche se non tutti gli attori sono oggi pronti a sfruttarli pienamente”.

SFS è orgogliosa di avervi come realtà connessa al nostro evento. Possiamo avere un vostro feedback sull’evento e sulla piattaforma come momento fruttuoso di networking?

“Ritengo che SFS 25 sia attualmente l’unico evento in Italia con questa struttura, in grado di riunire così tanti player con punti di vista e know-how eterogeneo. Ciò consente la condivisione di informazioni e prospettive, aiutando l’industry a progredire. E noi, a nostra volta, siamo fieri di contribuire a un panel sulla ESG governance. L’apertura al cambiamento e la sete di conoscenza sono fondamentali per replicare sistemi evoluti”.

Vuole aggiungere qualcosa in conclusione?

“Oggi, un club diventa veramente sostenibile quando va oltre i propri confini e coinvolge in modo chiaro, trasparente e serio i propri stakeholder lungo tutta la sua catena del valore. Chi privilegia una metodologia filosofica olistica è sulla strada giusta. Non limitiamoci a sviluppare dati asettici e report ma sviluppiamo integrandola la nostra “Sustainability Journey”.