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Il 5 gennaio 2025, all’interno dello spazio di Almaviva presso Casa Italia (Localizer Mall Gate 2/3, Riyadh), si terrà l’evento «Italy and Saudi Arabia in the Telerehabilitation: Innovation, Exchange and Growth of the Industry», organizzato da SFS in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Riyadh e l’Italian Trade Agency.

Tra i protagonisti del panel «Il ruolo delle imprese italiane nel processo di sviluppo dello sport e del calcio: eccellenze italiane nella teleriabilitazione», il dottor Franco Molteni, Direttore Scientifico del Villa Beretta Rehabilitation Research Innovation Institute, ci ha concesso un’intervista esclusiva prima della partenza.

In un contesto internazionale come quello del panel di Riyadh, quali sono le sfide e le opportunità per implementare soluzioni di teleriabilitazione in paesi con diverse infrastrutture tecnologiche?

Dott. Franco Molteni “La tecnologia consente di distribuire le competenze e le possibilità di essere vicino a una persona che deve svolgere un’attività di recupero funzionale a prescindere dal luogo da cui viene erogato, seguito e mantenuto questo tipo di servizio, di contatto e di relazione con la persona. Quindi siamo in un momento d’oro perché la comunicazione può andare molto bene anche a distanza. C’è una possibilità di interagire con sensoristica che rende noto a chi è lontano il tipo di reazione biologica del corpo, il tipo di movimento e come viene svolto il movimento. Al tempo stesso c’è necessità di continuità di cura e di esecuzione corretta della cura. Tutto questo viene ben riassunto da quello che la teleriabilitazione e la tecnologia in questo momento può dare”.

Come la tecnologia digitale sta trasformando il modo in cui viene gestita la riabilitazione sportiva, in particolare per gli atleti di alto livello come i calciatori?

Dott. Franco Molteni “La tecnologia digitale ha due possibilità: la prima è quella di diventare il tramite informativo fra l’atleta e chi deve seguire l’atleta perché grazie a queste tecnologie noi possiamo avere dei profili funzionali molto accurati della persona che viene seguita. La seconda, al tempo stesso la tecnologia digitale è propositiva perché ci possono essere soluzioni di esercizio monitorate con tecnologia digitale che consentono di essere precisi nell’indicazione dell’esercizio terapeutico da svolgere, altrettanto precisi nella possibilità di rilevare se queste modalità, che sono terapia vera, vengono correttamente eseguite, cioè se il farmaco/esercizio viene utilizzato bene dall’atleta e viene somministrato bene dall’allenatore”.

In che modo la teleriabilitazione permette di personalizzare i percorsi di recupero e monitorare a distanza i progressi degli atleti?

Dott. Franco Molteni “Questo è molto legato all’utilizzo di tecnologie che rilevano il movimento e lo stile di vita della persona. Sulla base di queste informazioni noi possiamo capire se ci si può inserire in modo ancora più proattivo, se si può intensificare l’allenamento o se si deve modificare. Definiamo l’allenamento, ma più in generale, come viene gestita la fase di recupero. Fra l’altro ci sono in questo momento tecnologie che consentono di avere delle informazioni preziose, dei momenti di riposo, in particolare, per esempio sulla qualità del sonno, che è un elemento importante da considerare. Nel momento stesso in cui si vuole intensificare una procedura di allenamento, si vogliono verificare i risultati di procedure di allenamento perché l’esercizio influenza la qualità del sonno e viceversa. Da ultimo, c’è anche una disponibilità di sensoristica avanzata che permette di rilevare reazioni del Sistema Nervoso Vegetativo, cioè le reazioni inconsce correlate allo stress e allo stato emozionale e quindi anche questo può essere monitorato in rapporto all’allenamento. Quindi massima personalizzazione. Monitoraggio a distanza. Precisione nell’identificare che cosa viene fatto e come viene fatto”.

Il calcio, essendo uno degli sport più seguiti e praticati al mondo, può fungere da traino per l’innovazione tecnologica nella riabilitazione?

Dott. Franco Molteni “L’innovazione tecnologica certamente produrrà delle modificazioni delle modalità di erogazione dei servizi di riabilitazione nel mondo dello sport. Permetterà certamente di innovare con sistemi correlati anche alla realtà virtuale oltre che all’esercizio per sé. Tutti gli aspetti collegati alla capacità di concentrazione e alla capacità attentiva e si potrà lavorare molto con queste tecnologie sui tempi di reazione. Non si vuole assolutamente sostituire il lavoro sul campo con tecnologie a distanza, ma c’è tutta una fase di preparazione del movimento, della programmazione del movimento, di identificazione delle corrette modalità per raggiungere la miglior concentrazione sull’attività sportiva che si deve effettuare, che possono essere monitorate e gestite con sistemi di teleriabilitazione. Quindi sarà un’alleata importante la tecnologia dell’attività sul campo e l’attività sul campo potrà avvenire anche in modo più idoneo, forse anche con meno rischi di infortunio, se questa preparazione in merito a concentrazione, attenzione e tempi di reazione, verrà supportata con tecnologie digitali e con la realtà virtuale”.

Qual è il ruolo della tecnologia nel supportare non solo il recupero fisico, ma anche l’aspetto psicologico degli atleti durante la riabilitazione?

Dott. Franco Molteni “Stiamo toccando un punto cruciale, l’aspetto psicologico è verosimilmente il 50% della capacità di raggiungere i livelli migliori di prestazione. E soprattutto sull’aspetto psicologico il supporto a distanza e le tecniche di concentrazione a distanza sono note. Per essere efficaci in teleriabilitazione vuol dire avere a disposizione, laddove si organizzi adeguatamente il servizio, i migliori psicologi, a prescindere dal luogo del mondo in cui lo sportivo si vuole allenare. Non dimentichiamo il ruolo della realtà virtuale. La realtà virtuale sta evolvendo con una rapidità tale da permettere sicuramente l’immersione in mondi virtuali che possono dare dei benefici importanti per poi calarsi nel mondo reale. Quindi anche questo sarà un aspetto da considerare”.

Quali sono le prospettive future per rendere queste tecnologie accessibili non solo agli sportivi professionisti, ma anche ad amatori e persone comuni?

Dott. Franco Molteni “L’accessibilità alle cure è un tema di sostenibilità ed etica al tempo stesso, e le tecnologie sono un modo importante per essere concretamente vicini alla persona, garantendo una migliore accessibilità rispetto all’organizzazione convenzionale. Bisogna garantire l’accessibilità a distanza, quel “tele” vuol dire a distanza fisica ma vicini in termini di relazione e di capacità di relazionare la persona con competenti professionisti. Questo è un elemento di accessibilità importante, così come le tecnologie si stanno riducendo come costi e anche da questo punto di vista c’è una migliore prospettiva di accessibilità, con tecnologie che non sono invasive o pervasive, ma sono veramente collaborative rispetto ai tradizionali sistemi organizzativi. Tutto questo non vuole creare delle nicchie isolate da cui la persona non riesce ad uscire, ma delle comunità che a distanza restano in connessione, innanzitutto in connessione umana. L’obiettivo è sviluppare una tecnologia multiplayer, che contestualmente svolga un esercizio e crei un feeling, una modalità di comunicazione che sino ad oggi non è stata così frequentemente utilizzata”.

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