Veo torna al Social Football Summit per la sua seconda partecipazione ufficiale, confermandosi uno dei partner più innovativi nell’intersezione tra sport e tecnologia. Nata in Danimarca con la missione di democratizzare l’analisi sportiva di alto livello, Veo ha rivoluzionato il modo in cui le squadre dilettantistiche e giovanili registrano e analizzano le proprie partite. Il cuore della loro proposta è una telecamera dotata di intelligenza artificiale che registra autonomamente gli eventi sportivi senza bisogno di un operatore. Lo scorso anno, Veo ci aveva raccontato la sua espansione in mercati chiave e la sua filosofia di accessibilità.
Oggi, l’azienda si presenta al SFS come Exhibitor con un bagaglio di novità che non solo ampliano il loro orizzonte tecnologico, ma rafforzano ulteriormente il loro impegno verso il calcio di base e l’innovazione continua. Abbiamo incontrato Riccardo Mele, Market Manager for Italy di Veo, per fare il punto sui lanci recenti, sulle partnership strategiche in Italia e sui temi che porteranno sul palco di Roma.
Benvenuti nuovamente a SFS 25. Partiamo dalla vostra missione: democraticizzare lo sport. Quali sono state le evoluzioni aziendali più significative nell’ultimo anno e, Riccardo, come si traduce concretamente questa missione nel futuro?
“La nostra missione resta inossidabile: portare tecnologia avanzata e accessibile a tutti i livelli dello sport. L’evoluzione più emozionante in tal senso è stata il lancio, a settembre, di VeoGO. Abbiamo riconosciuto che, per molte realtà amatoriali, squadre tra amici o famiglie, l’investimento in una Veo Cam fosse ancora un ostacolo. VeoGO risponde a questa esigenza: è una soluzione che, con un semplice treppiede, permette di utilizzare due iPhone al posto della nostra telecamera dedicata. Un terzo iPhone controlla la registrazione. Il risultato è un’ottima qualità audio-video e l’effetto Veo a un costo di solo abbonamento, super accessibile. È la nostra risposta più diretta per raggiungere quella fascia di mercato che finora non potevamo servire, confermando l’idea che l’AI debba essere al servizio di tutti, non solo dell’élite”.
Il settore della tech sportiva è in fermento e l’Intelligenza Artificiale è ormai il vostro tratto distintivo. Oltre a VeoGO, come si sta evolvendo la piattaforma software per gli utenti della Veo Cam e qual è la vostra visione sull’AI nel calcio?
“Veo è a tutti gli effetti un’azienda di AI. Per gli utenti della Veo Cam abbiamo introdotto diverse novità, tra cui un notevole miglioramento nel segmento della palla e nel riconoscimento delle maglie, con una schermata più user-friendly e la possibilità di connettere e analizzare i movimenti dei giocatori (Player Spotlight è stata la prima grande tappa in questa direzione). La novità più importante, su cui stiamo investendo moltissimo, è “Coach Assist”. Si tratta di una funzionalità, per ora in versione Alpha (e presto disponibile in italiano), che va oltre la semplice registrazione. L’AI legge, interpreta i dati e prepara un vero e proprio report per l’allenatore, fornendo spunti tattici e analitici. Vogliamo essere chiari: l’AI non sostituirà mai il fattore umano, ma lo supporterà nell’ottimizzazione del tempo e del lavoro, permettendo all’allenatore di concentrarsi sulla crescita dei ragazzi. In futuro, lavoreremo per trasformare i dati che già possediamo – mappatura del campo e dei giocatori – in output personalizzati, calcolando potenzialmente la distanza percorsa o la stima del battito cardiaco, con l’obiettivo ambizioso di creare il più grande database mondiale di dati sportivi”.

A proposito di Italia, sappiamo che avete stretto partnership importanti. Qual è l’approccio di Veo con il mercato italiano e come si bilancia la presenza nel dilettantismo con quella nel professionismo?
“L’Italia è un mercato chiave. Siamo entusiasti di aver annunciato a settembre una partnership con la Lega Nazionale Dilettanti (LND), la più grande e calzante con la nostra missione, che ci dà una visibilità e un raggio d’azione enorme nel calcio di base. È lì che vogliamo concentrarci. Certo, abbiamo anche una presenza nel professionismo, dove i club di élite usano le nostre telecamere soprattutto per i settori giovanili. La case study con l’Hellas Verona, con cui abbiamo prodotto anche un mini-documentario, ne è un esempio. E al SFS avremo un panel con l’FC Copenaghen, un nostro cliente importante. Tuttavia, il nostro posizionamento resta fedele all’accessibilità; il professionismo è un banco di prova tecnologico, ma il cuore di Veo batte nel calcio dilettantistico e amatoriale, un settore in cui stiamo crescendo anche grazie a molte partnership locali”.
Sarete protagonisti di un panel al SFS. Quali saranno i temi che affronterete con l’FC Copenaghen e come si collegano al ruolo educatoriale che la tecnologia può assumere?
“Al Social Football Summit di quest’anno parleremo di AI applicata al calcio in maniera concreta, fugando ogni astrattismo. La tecnologia VEO, infatti, ha un impatto profondo che va oltre la semplice tattica. Parleremo di come la facilità di ripresa aiuta lo sviluppo mentale e l’educazione dei ragazzi. Poter rivedere un episodio in cui un ragazzo si comporta male, ad esempio, e discuterne con lui subito dopo, è un potente strumento educatoriale. Inoltre, la possibilità di rivedere in modo immediato la dinamica di un infortunio è un supporto fondamentale per lo staff medico. Infine, non dimenticheremo l’aspetto emozionale: rivedere un bel gol, un’azione riuscita, è un valore emotivo che per VEO, data anche la sua nascita, è un elemento al quale teniamo moltissimo”.
Riccardo, chiudiamo con un breve commento sul Social Football Summit, di cui siete partner per il secondo anno.
“Il SFS è un evento bellissimo e per noi una piattaforma indispensabile. In due giorni, hai la sensazione che tutta l’industria del calcio italiano si ritrovi nello stesso posto. È un evento glamour ma estremamente concreto, l’ambiente perfetto per fare attività di networking strategico e per confrontarsi con i competitor in una location e con un’organizzazione di altissimo livello. Non vediamo l’ora di esserci”.
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