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Il Direttore Esecutivo per la Sostenibilità Sociale e Ambientale e delegato UEFA per Euro 2032, Michele Uva, è stato l’ospite d’onore sul palco del Football Stage, intervistato da Elisabetta Esposito de La Gazzetta dello Sport. Uva, recentemente inserito nella lista delle 100 persone più influenti al mondo stilata dal Time, ha delineato la strategia della UEFA in materia di Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR) e l’impatto sul calcio europeo, con un focus cruciale sulla questione stadi in vista di Euro 2032.

Un Lavoro di sistema: l’Investimento nella CSR

Uva ha aperto il suo intervento sottolineando l’importanza di un approccio coordinato e collettivo alla sostenibilità. “È un lavoro di sistema, frutto di un pensiero collettivo che sta investendo notevolmente sulle tematiche CSR. L’impatto degli stakeholder nella filiera ha creato interesse anche in sistemi anglosassoni.” La UEFA fonda la sua operatività su cinque pilastri della sostenibilità, essenziali per orientare le azioni in tutti i continenti. La logica operativa è strettamente top-down, garantendo che l’impegno parta dai vertici.

“La Juventus è stata la prima società europea ad aver fatto reporting sul tema CSR nel proprio bilancio annuale,” ha ricordato Uva, evidenziando il ruolo pionieristico di alcuni club italiani nella scena europea.

L’impatto è visibile: la sostenibilità non è un costo, ma un investimento strategico. Ad esempio, l’ultimo Europeo ha visto l’applicazione di 125 temi in ambito ESG, con 95 azioni dedicate al settore femminile. La strategia, il piano d’azione e la misurazione trasparente mediante l’analisi dei dati sono i capisaldi di questo approccio. Il concetto è scalabile a qualsiasi evento, come dimostra la matrice di sostenibilità sviluppata per l’U17 femminile delle Far Island.

La piramide della sostenibilità: raggiungere la base

La UEFA opera per “anticipazione”, analizzando i temi sociali per diffondere best practices e messaggi positivi (come la lotta al razzismo e l’inclusione). E agli stessi club è ormai fatto obbligo di avere figure di riferimento in ambito CSR.

La strategia top-down ha un obiettivo chiaro: entro il 2030, la UEFA vuole raggiungere la base della piramide. “Entro il 2030 vogliamo raggiungere la base della piramide: tifosi, comunità influenzata dal calcio e livello del calcio amatoriale. Oggi ci sono 250 mila club in Europa nella categoria amatori. Pensate se tutti questi facessero una attività sostenibile al giorno.” Riguardo alla situazione italiana, Uva ha espresso apprezzamento: “La Federcalcio è stata tra le prime ad aver preso nostra strategia e averla contestualizzata al nostro sistema-paese secondo indicazioni UEFA e poi applicata.”

Euro 2032 e la questione infrastrutturale italiana

Un capitolo cruciale della discussione è stato dedicato alla candidatura italiana per Euro 2032. L’Italia ha tempo fino al prossimo ottobre per presentare gli stadi idonei, tra cui rientra l’Allianz Stadium. “Le infrastrutture sono state la nostra zavorra, ma è un processo culturale quello di avere una casa bella che abbia impatto sociale e sportivo. È un diritto di qualsiasi cittadino vivere un evento sostenibile.”

I parametri per un nuovo stadio UEFA sono complessi: dei 132 requisiti richiesti, circa il 20% sono legati alla sostenibilità, che deve essere integrata fin dalla fase di progettazione

I nuovi stadi devono combinare funzionalità, modernità e, soprattutto, flessibilità e maggiore capienza. “Al Parlamento Europeo abbiamo portato modelli virtuosi come stadio di Bergamo e di Udine.” Uva ha notato una “grande velocità di investimento in infrastrutture anche da parte di fondi, che vogliono creare business ma legare anche con il territorio e la comunità.”

La Legacy di Uva in UEFA

In conclusione, il Direttore Esecutivo ha toccato il tema del suo futuro professionale in UEFA. “Il ciclo di un manager è sempre quello tra i 4 e i 6 anni. Il mio percorso sta volgendo al termine in questa area ed è giusto lasciare una legacy al calcio europeo certificata”.

Il Direttore Esecutivo per la Sostenibilità Sociale e Ambientale e delegato UEFA per Euro 2032, Michele Uva, è stato l'ospite d'onore sul palco del Football Stage, intervistato da Elisabetta Esposito de La Gazzetta dello Sport. Uva, recentemente inserito nella lista delle 100 persone più influenti al mondo stilata dal Time, ha delineato la strategia della UEFA in materia di Responsabilità Sociale d'Impresa (CSR) e l'impatto sul calcio europeo, con un focus cruciale sulla questione stadi in vista di Euro 2032. Un

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