Il panel “AI in Sport”, moderato da Ivan Ortenzi, ha acceso i riflettori sul rapporto duale tra la tecnologia e la componente umana nel calcio. Sul palco, Filippo Rizzante (Reply) e Sergio Gianotti (AWS) hanno dialogato con un breve contributo in collegamento di Mister Mancini, che ha subito espresso una posizione chiara: “L’AI è molto utile, ma ancora mi fido del mio intuito (ride, ndr)”.
La nuova geografia della tecnologia
Rizzante ha inquadrato lo scenario tecnologico, notando come la leadership, un tempo “US centrica” negli ultimi 20 anni, si stia ora diversificando. Il dibattito ha toccato il dualismo tra la potenza della macchina e la difesa dell’essere umano, ovvero il “good feeling” istintivo. Il manager di AWS ha subito precisato: “L’AI non sostituisce l’essere umano, ma amplifica le capacità umane nel raccogliere dati e nell’elaborarli per estrarre valore da queste informazioni.”
Dati: il nuovo petrolio bianco
I dati sono stati definiti il “nuovo petrolio bianco,” essenziali per mister e addetti ai lavori. L’istinto, lungi dall’essere soppresso, viene amplificato da strumenti che elaborano quantità sempre maggiori di informazioni. Gianotti ha portato l’esempio della Bundesliga, con cui AWS ha costruito una piattaforma dati a disposizione dei club. Questi strumenti non solo alimentano la capacità di decisione, ma rendono più interessante il fan engagement, permettendo ai tifosi di guardare la partita da punti di vista differenti. Ogni singola partita di calcio genera circa 2 milioni di dati.
La democratizzazione del Cloud e la sfida italiana
Rizzante ha evidenziato che “l’AI oggi non è quella di cinque anni fa,” sottolineando la necessità di aggiornare la sensibilità nostrana. Gianotti ha rimarcato come il Cloud abbia democratizzato le tecnologie informatiche più avanzate in qualsiasi luogo del paese, a disposizione di qualsiasi azienda o startup. Una piattaforma unificata darebbe la possibilità anche alle leghe inferiori di sfruttare questa ampia gamma di servizi, aumentando le potenzialità per le squadre importanti. L’esempio della NFL, che guarda i dati e in base a questi interpreta e cambia le regole, è stato proposto come un modello che la Serie A potrebbe considerare.
Performance e passione: il futuro del business sportivo
Il manager di Reply ha esplorato il futuro dell’AI nello sport, applicabile tanto nel mondo fisico quanto in quello aziendale. “Nel mondo dello sport, l’AI è analisi del dato, miglioramento delle tattiche o la costruzione di sistemi che abbiano esperienza di scout e persone che possano supportare l’umano sempre meglio.”
Sarà possibile raggiungere la perfezione? Secondo Gianotti, l’AI non impatterà la performance in sé, ma aiuterà chi prende le decisioni. Cambierà radicalmente l’industria che ruota attorno alla parte emozionale dello sport. “Noi guardiamo lo sport perché genera emozioni, in cui per un passaggio sbagliato o un colpo vincente ci emozioniamo.” Le due componenti che l’AI amplifica sono il controllo e la condivisione dell’intrattenimento. AWS, con 8 miliardi di euro investiti per infrastrutture Cloud dedicate all’Europa, non sposa un singolo modello, ma promuove la più ampia scelta tecnologica. Il panel si è concluso con l’invito a cavalcare e non ignorare queste tecnologie.
AI in Sport: L’Intelligenza Artificiale Amplifica l’Istinto Umano e Rivoluziona il Gioco
Il panel "AI in Sport", moderato da Ivan Ortenzi, ha acceso i riflettori sul rapporto duale tra la tecnologia e la componente umana nel calcio. Sul palco, Filippo Rizzante (Reply) e Sergio Gianotti (AWS) hanno dialogato con un breve contributo in collegamento di Mister Mancini, che ha subito espresso una posizione chiara: "L'AI è molto utile, ma ancora mi fido del mio intuito (ride, ndr)". La nuova geografia della tecnologia Rizzante ha inquadrato lo scenario tecnologico, notando come la leadership, un tempo
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